sabato 31 maggio 2008

AIUTARE I FANNULLONI...AD ANDARSENE...

I fannulloni sono indifendibili.
Lo sono gli impiegati statali, lo sono i medici che avvallano con certificazioni false gli scansafatiche senza neanche visitare gli interessati, lo sono i deputati che invece di fare quello per cui sono pagati, e bene, se ne vanno in giro con mille scuse.
E come definire chi li difende?
Epifani, invece di andarsene dopo pochi minuti dall’ incontro con il ministro Brunetta, doveva avere il coraggio di affrontare una discussione aperta e critica per raggiungere una conclusione che portasse benefici per gli utenti che si rivolgono a quei servizi dove regna l’ assenteismo. Così facendo offende coloro che sono iscritti al suo sindacato e che lavorano normalmente.
In questo modo come fa un sindacato ad essere ancora credibile e rappresentativo?.
Per i parlamentari, invece, dovrebbe essere adottato un sistema tale per cui il capogruppo sappia quante presenze siano in campo, sempre e che le assenze siano almeno giustificate in forma scritta e documentata. Dopo un tot di assenze si cambia però il deputato.
Comunque è tutto molto poco serio e irrispettoso per coloro che lavorano e credono in quello che sono le istituzioni. Soprattutto quando è proprio il nostro partito che parla di meritocrazia.
Un gran bel esempio, non c’ è che dire.

lunedì 26 maggio 2008

DERIVATI...FORSE LI ABBANDONANO...

Discussione animata sui derivati oggi a Forlì in Consiglio Comunale. Posizioni nettamente diverse tra noi (avv. Perelli ed io) e l' assessore. Alla fine, siamo riusciti a fare ricredere anche lui tanto che ha dichiarato la possibilità di sospendere l' operazione alla luce di quanto emerso sul sole 24 ore di sabato. Il giornale scriveva infatti che i costi sommersi dei derivati di Forlì ammontavano a qualche giorno prima della stampa del quotidiano a più di 2.000.000 di euro. Scusate se è poco.

INTERPELLANZA FUMOSA...

Oggi in consiglio comunale è stata discussa l' interpellanza che avevo presentato in merito ai lavori di ristrutturazione del palazzo di giustizia di Forlì. Ricordate?
La risposta scritta, vergognosa, del responsabile amministrativo del procedimento comincia così:

“ In merito all’ oggetto, spiace rilevare innanzitutto che i quesiti posti denotano una fumosa conoscenza della situazione di cui trattasi e delle procedure relative; si forniscono in ogni caso i chiarimenti richiesti, seppur relativi a vicende non di competenza del Consiglio Comunale, anche se ciò comporta impiego di risorse che avrebbero potuto essere altrimenti utilizzate.”…

Dopo un colloquio chiarificatore con l’ assessore competente, le indagini sono andate avanti e guarda un po’ il

Coordinatore per la sicurezza e direttore dei lavori è stato sospeso e sostituito.

L’ interpellanza non era poi così fumosa.

domenica 25 maggio 2008

UN SOLO AEROPORTO ROMAGNOLO...PISIGNANO...

Finalmente si riparla di aeroporto in modo serio. Ritorna la proposta di riaprire rimodernando l’ aeroporto militare di Pisignano (Cervia), al posto dei due aeroporti di Forlì e Rimini.


Questa secondo me, è una proposta da appoggiare, come già sostenni in altro ambito, in previsione di razionalizzare le spese, l’ economia e il traffico cittadino.

Bravo Trevisani (vicepresidente di confindustria) che con chiarezza ha spiegato come realizzare il tutto: creando una società unica di gestione, distinta da Bologna, con una rete stradale capace di collegare la costa ferrarese e romagnola alla struttura mediante una metropolitana di superficie.

Senza dubbio non servirebbero più le società ente di promozione turismo e Seaf. Speriamo bene.

LO STATO SIAMO NOI...MA...NOI CHI SIAMO?...

Io in casa mia rappresento il capofamiglia. Se ci sono problemi e discussioni si affrontano: a volte se c’è bisogno mollo qualche scapaccione alle mie due figlie, non ho paura delle critiche, do e pretendo il rispetto. Non accetto che le bimbe mi parlino a bocca piena né masticando la cicca, è una questione di educazione. Quando hanno bisogno e mi chiedono aiuto sono disponibile, sempre.

Napoli ha chiesto aiuto allo Stato. Lo Stato ha risposto: Berlusconi ha nominato Bertolaso commissario con tutti i poteri, ha deciso di fare e riutilizzare le discariche, ha stanziato il danaro, ha pensato di costruire gli inceneritori …cosa altro doveva fare?

La protesta dei partenopei,quando si è saputo dove le discariche verranno aperte, è stata esagerata: barricate, strade occupate, gente in piazza che resiste alle forze dell’ ordine intervenute per ripristinare la normalità.

Questa notte altri roghi con immondizia bruciata nelle strade, altri disordini ed altra violenza.

Napoli e i napoletani sono una bella storia. Vogliono gli aiuti, da 15 anni vivono in mezzo ai topi, li hanno governati come peggio non si poteva, non sono stati responsabilizzati e non hanno neanche preso in considerazione la raccolta differenziata dei rifiuti e davanti a reali e concreti sostegni si arrabbiano e menano? Cose da matti.

E’ proprio vero che abbiamo perso il senso dello Stato e della disciplina: questo però è anche colpa nostra: di genitori, che abbiamo stravolto nella famiglia e nella scuola quella che è l’ autorità ed il rispetto per le maestre ed i prof.,
di uomini che non hanno più la volontà di stare nelle regole e nella legge (noi usiamo la legge per evaderla),
di uomini che non hanno più stimoli se non quelli di volere possedere di più a scapito degli altri…

E allora? O si cambia stile o è tutta roba da ridere. L’ importante è che però si continui in questa pulizia di Napoli costi quello che costi: che “la fumata nera” di questa notte, del cassonetto dato alle fiamme, sia il segnale di un qualche cosa che sta cambiando in positivo.
Speriamo

mercoledì 21 maggio 2008

IDEA...BADANTI...ALLARGATA...



L'idea avuta dal giornalista Paragone è questa: l'italiano che ha in casa una o un badante irregolare garantisce nei confronti dello Stato per lo straniero stesso. Si assume solo la responabilità sulla veridicità dei dati anagrafici, in caso di falsità.

Bella idea. La condivido. Proviamo ad allargarla un pò.

Come si trovano queste badanti? Quanto le paghi? Sono fidate? Cosa garantisci nel contratto verbale che stipuli?

Di solito c' è un passa parola tra i componenti delle famiglie e le badanti stesse. Per esempio, se ho necessità di questo servizio, parlo con l' amico che ha una badante e chiedo direttamente con la signora la possibilità di ottenere la stessa cosa a casa mia. Nel giro di poco tempo soddisfo la mia esigenza sapendo già che la badante mi costerà tot, che avrà diritto ad un giorno alla settimana di riposo al vitto ed all' alloggio.

Se invece di usare il passa parola provassimo a pretendere un elenco di nominativi di persone "fidate" che svolgono questo tipo di lavoro creando un data-base di facile lettura che soddisfi i bisogni di tutti? Creare insomma una anagrafe-badanti. Esempio: vado in vacanza una settimana invece di parcheggiare il nonno in ospedale o in casa di cura, mi cerco qualcuno che si prenda cura di lui tramite questo centro dati.

Realizzare una cosa di questo genere non penso sia difficile. Cose analoghe ci sono per gli infermieri libero professionisti. In questo modo si garantiscono anche i controlli che adesso non ci sono sulla regolarità dei contratti. Chi mettere a gestire questi centri? I volontari? Le persone che si dedicano alle case-famiglia e alle parrocchie?

Non penso possa costituire un problema neanche questo, si tratta di volere regolarizzare un servizio nel migliore dei modi e per questo, se vogliamo, noi non siamo secondi a nessuno.

domenica 18 maggio 2008

...TI GUARDO...O... TI TOCCO...

Prima di uscire di scena il ministro DEL TURCO ha messo tra le linee guida della legge 40 la possibilità di eseguire la diagnosi prenatale potendo prelevare una delle (8-16) cellule che formano l' embrione.


La legge recita che la diagnosi può essere eseguita solo dall' osservazione dell' embrione stesso. Nessuno fino a venerdì (on. Giovanardi) ne aveva parlato. Perchè?

L' argomento è molto delicato e non può essere modificato in fretta e furia, tenendo conto poi che dietro a questo, si cela la cura e l'impianto di embrioni e con questo le problematiche di tutte quelle coppie che decidono di sottoporsi alla procreazione medicalmente assistita.

...FINALMENTE... LA CURA DIMAGRANTE...

Ieri ci siamo incontrati per un direttivo regionale, a Bologna, e abbiamo parlato per la prima volta di ridurre i componenti del direttivo, associazioni, senjores, azzurro donna...nell' ottica di rendere più snello tutto il sistema dirigenziale in previsione della unificazione nel partito unico PDL.
Finalmente si sta muovendo qualche cosa nella direzione giusta.

mercoledì 14 maggio 2008

PROFESSIONALITA'...O...STREGONERIA...

U.E. - ITALIA
Medico sostituisce omeopatia a insulina, muore 16enne diabetica
13 Maggio 2008

(Corriere della Sera) Dal 1 maggio aveva sospeso tutte le cure a base di insulina prescritte al Meyer per curarsi con delle vitamine. Lei, 16 anni, fiorentina, affetta da diabete mellito di tipo I è morta oggi all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze dopo aver seguito i consigli di un medico omeopata che le ha fatto sospendere la terapia insulinica prescritta proprio al Meyer e che stava avendo ottimi risultati. A renderlo noto è stato lo stesso Meyer che ha denunciato il caso alla procura della Repubblica. La ragazza, toscana, è giunta ieri alle 18:15 al pronto soccorso del Meyer ed è stata subito ricoverata in rianimazione. Per ore è stata in coma e poi è morta stasera.

lunedì 12 maggio 2008

UNA SOCIETA'...NELLA SOCIETA'...I CINESI...

Come vi avevo già detto, ho incontrato una mediatrice culturale cinese.
Anche lei mi ha confermato che le regole del nostro paese non si spiegano. Mi ha fatto capire che dal ’90 ad oggi, molte cose sono cambiate: soprattutto nel comportamento. Noi siamo meno gentili nei loro confronti, mentre loro pretendono di più e sanno che da parte nostra c’ è una mancanza di gestione ed una impossibilità a chiudere loro le porte.
Per quello che riguarda i servizi, anche da parte dei cinesi così come lo era per gli altri, c’ è un abuso verso il nostro “sociale” mentre da loro, per esempio la sanità, è a pagamento: al massimo alcune categorie di operai vengono rimborsate parzialmente per le spese sostenute per la diagnostica e la terapia.
La maggior parte dei cinesi che vivono qui da noi provengono dalla periferia delle grandi città e dalla campagna, hanno poca cultura e possiedono una mentalità chiusa.
Non hanno il culto dei morti. Mi spiegava per esempio che se un giovane muore in un incidente stradale viene cremato, mentre se si verificano altre circostanze di decessi le salme vengono rispedite in Cina. La maggior parte dei cinesi comunque è giovane e sana.
Il loro unico pensiero è il lavoro e fare affari. Non pensano ad altro. Non sentono la necessità di imparare la nostra lingua, non è fondamentale perché nella loro comunità parlano rigorosamente il cinese. I bambini cinesi (possono fare solo un figlio, se ne fanno di più, vengono multati) fanno fatica ad integrarsi con i nostri nelle scuole elementari perché, tra l’ altro, salvo qualche rara eccezione i genitori non sanno che cosa siano le udienze ed i colloqui con gli insegnanti. Quello he potrebbe essere sfruttato durante il periodo estivo delle vacanze come momento di maggiore socializzazione con i nostri figli per mezzo dei centri estivi, non viene considerato: preferiscono tenerei piccoli in casa con loro mentre lavorano. Lo svago per la loro mentalità è tutto tempo perso: la mamma o il babbo non hanno assolutamente tempo da perdere per sentire o dedicarsi a cose secondo loro inutili, non possono smettere di lavorare e di produrre. Il frutto del loro lavoro non viene speso in Italia: viene inviato in Cina. Tutto quello di cui hanno bisogno lo comprano nella loro Nazione ed il frutto di quello che producono lo rimandano a casa. Consumano solo lo stretto necessario e l’ 80% di loro circola per le strade in bicicletta.
Rappresentano una società all’ interno di un’ altra società.
In Italia per i cinesi c’è meno pressione della convenzione sociale, non c’ è quel rispetto delle regole che invece osservano nella loro Nazione.
Affrontando il discorso del settore tessile e dell’ abbigliamento, mi rendo conto di cose che già sapevo: non esiste competizione per la mano d’ opera che da loro e qui da noi, purtroppo, non è sullo stesso piano e soprattutto con le stesse regole. La 626 non sanno cosa sia. La mediatrice culturale mi dice che le nostre leggi tutelano di più i diritti dei lavoratori ma non è vero che siamo né potremo essere tutti uguali. La nostra mentalità democratica non può essere applicata nei confronti di tutti i paesi e popolazioni che ospitiamo. Capisco che per un popolo che ha vissuto per 2000 anni sotto l’ influenza dell’ imperatore prima e della dittatura poi, l’ unica cosa che ha imparato è obbedire senza fare domande e tanto meno pretendere delle spiegazioni. Passare da una nazione dove non è possibile esprimere in pubblico quello che pensi ad un’ altra dove non è possibile non rendere pubblico ciò che pensi, il passo è lungo. L’ adattamento, il capirsi, il volere che tutti siamo uguali se mai con questo popolo ci sarà , noi non riusciremo a vederlo.

domenica 11 maggio 2008

SE POTESSI PARLARE A TREMONTI...

Gli chiederei di

1) Semplificare le leggi.
2) Rispettare lo statuto del contribuente
3) Non considerare il contribuente un nemico ma un amico che sostiene le spese dello Stato.
4) Considerare chi produce reddito non come colui al quale viene tolto la metà del reddito stesso.
5) Spiegare con chiarezza il perché si deve versare la metà del reddito: forse per mantenere le province, le regioni, l’ immondizia di Napoli ormai famosa in tutto il mondo e non sapere se domani avrò anch’ io la pensione.
6) Spiegare come la riduzione del cuneo fiscale sbandierata da Montezemolo e Prodi non abbia portato la tanto attesa risoluzione dei problemi delle imprese. La riduzione degli oneri fiscali per una azienda con 15-20 dipendenti è di circa 3000-4000 euro annui.
7) Ridurre la aliquota minima del 22% sul lordo a coloro i quali hanno un reddito di 1000 euro al mese e di caricarlo a coloro che hanno un reddito alto.( + di 100.000 euro).
8) Fare dedurre tutte le spese universitarie alle famiglie, non solo gli affitti concordati.

Per ottenere

quella chiarezza e rispetto delle regole che il governo precedente ci ha tolto.

sabato 10 maggio 2008

LA BUROCRAZIA CI ESASPERA...

Burocrazia, già è poco bella la parola, poi quando è troppa…In realtà qualcosa è stato fatto nella passata legislatura ma poco e male. Moltissimo c’ è ancora da fare. Il tentativo che per esempio è stato fatto per le piccole imprese e per i professionisti con ricavi sino a 30.000 euro l’ anno si è rivelato ridicolo ed ha disatteso le aspettative. L’ intento era quello di semplificare al massimo gli adempimenti fiscali. L’ex ministro Visco, ipotizzava l’ adesione di 1.000.000 di contribuenti, poi ridotti a 800.000: vorrei sapere realmente ad oggi quanti sono i contribuenti minimi. Ritengo che le cifre previste da Visco, fossero irreali, perché pure avendo ridotto gli adempimenti fiscali per i “minimi,” le norme per essere ammessi e soprattutto per rimanerci sono molto penalizzanti, per cui in effetti la tanto reclamizzata agevolazione sbandierata dal ministro, non ha incontrato il favore sperato da parte dei contribuenti. La burocrazia sta da tempo e sempre più soffocando le imprese. Le richieste fatte dai dottori e ragionieri commercialisti, attualmente e finalmente riuniti in un solo ordine dei “dottori commercialisti e degli esperti contabili” restano del tutto inascoltate, tanto che nelle sale dove le parti sociali ( sindacati, associazioni)sono sempre presenti, i professionisti economici vengono invitati ed ascoltati solo molto raramente. I commercialisti, come del resto le associazioni: CNA, Confindustria…, sono degli addetti ai lavori fino dal 1906 e conoscono a fondo le loro aziende, sanno quali sono i loro problemi e quindi sono perfettamente in grado di offrire il loro contributo. Da troppo tempo,purtroppo, la professione economica, è in grande parte impegnata a fare sì che le aziende assistite, rispettino tutta la infinita miriade di costosi adempimenti burocratici, spesso assolutamente inutili, pena la applicazione di sanzioni sempre più pesanti. In questo modo non si consente ai commercialisti di espletare le funzioni a loro peculiari, che non sono certamente quelle di spedire telematicamente le dichiarazioni fiscali, con tutti gli oneri e nessun onore (al contrario dei Patronati) ma quelle di essere parte attiva e propositiva, fra il mondo imprenditoriale e gli organi di governo centrali e periferici.
Il compito dei commercialisti non è quello di verificare se una fattura è stata registrata il giorno del suo ricevimento oppure No. Il compito è quello di operare e collaborare a fianco delle aziende, ad un livello diverso e superiore suggerendo e realizzando scelte e strategie economiche, finanziarie, strutturali, in grado di affrontare e superare le attuali problematiche, che quotidianamente le aziende hanno di fronte.
Basta con l’ abitudine di fare leggi, che ancora prima di essere pubblicate sulla gazzetta ufficiale, vengono modificate da un comunicato stampa del ministro delle finanze.
Basta di fare leggi nelle quali spesso è più lungo il riferimento a leggi già in vigore, che il contenuto della nuova legge.
Basta col vomitare norme a getto continuo! Basta con linguaggi arcaici e spesso incomprensibili. Dove è andato a finire l’ organo che doveva curare o comunque verificare se il contenuto delle leggi, risultava comprensibile per il povero cittadino??
La “chicca” più bella è stata poi lo statuto del contribuente, che avendo una valenza inferiore alle leggi ordinarie, viene bellamente disatteso, soprattutto quando si tratta della retroattività di nuove leggi, e quindi sempre in favore dello Stato.
Per favore MENO burocrazia.

TESTO DELL'INTERPELLANZA
AL SINDACO DI FORLI'


Come vi avevo detto, abbiamo fatto l’ interpellanza al Sig. Sindaco, a seguire il testo integrale.

I sottoscritti consiglieri comunali:
PERELLI FILIBERTO
ZAMBIANCHI LUCA

Premesso

Che il comune di Forlì risulta avere stipulato i seguenti contratti, aventi in oggetto interest rate swap,tuttora in essere con DEXIA CREDIOP s.p.a. per 44.472. 000,00 di durata ventennale e con UNICREDIT BANCA SPA per 13.825.216,69 di durata novennale;

che tali contratti, per come tutti è noto, realizzano, in capo al contraente un rischio-contrattuale anche rilevante;

che, per quanto emerge dall’ esame della centrale rischi tenuta dalla Banca d’ Italia, in relazione a tali contratti, emerge anche un rischio in capo al Comune di Forlì,

INTERPELLANO

Il Sig. Sindaco del comune di Forlì affinché dia risposta ai seguenti requisiti:

A) E’ a conoscenza il Sindaco dei costi diretti ed indiretti concernenti i contratti sopramenzionati e connessi alla loro gestione?

B) E’ in grado il Sindaco di assicurare la collettività che tali contratti non siano “ a rischio” di perdita di risorse della collettività medesima?

C) Ritiene il Sindaco che tali contratti siano stati stipulati e siano mantenuti in essere in ottemperanza al principio della buona amministrazione del bene collettivo?

D) E’ in grado il Sindaco di riferire quale sia l’ eventuale costo o guadagno che il comune di Forlì otterrebbe risolvendo, oggi, i contratti?

E) Eventualmente rilevato il Sindaco che la gestione di tali contratti comporti un rischio prima non inteso, ritiene di dovere di ciò dare comunicazione alle autorità deputate alla sorveglianza delle attività delle società intermediatrici di credito?

Filiberto Perelli, Luca Zambianchi

venerdì 9 maggio 2008

SODDISFATTI O RIMBORSATI

Oggi mentre sfogliavo una rivista, il mio sguardo è caduto sul titolo di un articolo che ha colto la mia attenzione. Ora non perché sono un fanatico della politica ma per il semplice fatto di essere curioso riguardo a quello che mi circonda ho iniziato a leggerlo.
L’ Articolo in questione riguardava i Rimborsi Elettorali dei Partiti durante la passata e l’ odierna legislatura.
Cmq dopo averlo letto mi sono quasi pentito di averlo fatto, avevo appena assunto delle informazioni spiacevoli e il detto “a volte sarebbe meglio vivere nell’ ignoranza” mi è passato decisamente nella testa.
Ora forse alcuni di voi come me del resto si sarà domandato quanto costa una campagna ellettorale e chi la finanza, ma forse quasi ingenuamente come effettivamente sono non ho mai pensato ad un eventuale rimborso. La domanda è, chi paga? Indovinate un pò, Noi.
Nel 1993 un Referendum aveva chiesto agli Italiani un “parere” sulla legge dei finanziamenti pubblici e ovviamente (mi compiaccio del buon senso che prevale tra noi Italiani) questa legge è stata abrogata.
Oggi quindi non si parla più di “finanziamento pubblico ai partiti” ma di “rimborsi elettorali”, ma il referendum non chiedeva di cambiare nome alla legge ma la sua sostanza. E’ successo esattamente l’inverso: oggi il finanziamento pubblico ai partiti chiamato “rimborso” è aumentato in maniera esponenziale (circa il 600%).
Cerchiamo allora di riassumere i termini dell’ “imbroglio". Oltre allo sfruttamento illecito della volontà degli italiani che non votano, completano il quadro le seguenti anomalie. Nel 1999 l’istituto soppresso dalla volontà popolare rispunta fuori sotto la dizione «rimborso elettorale». Nessuno ha niente da eccepire: la previsione di un contributo alle spese elettorali di un partito è una cosa sacrosanta e democratica. Il rimborso viene calcolato in 800 lire per ogni voto ogni anno. L’arrivo dell’euro fa aumentare i prezzi di tutti i generi alimentari ma anche il rimborso ai partiti, che nel 2002 da 800 lire passa a un euro tondo per ogni voto. Ed allora la quota per ogni iscritto alle liste aumenta fino ad arrivare a cinque euro. Purtroppo come si è visto, dal 2006 i rimborsi raddoppiano in caso di fine anticipata, è si perché anche se la legislatura si è interrotta dopo nemmeno 2 anni con la rovinosa caduta del gorverno Prodi questo non sembra valere.
Ma si devono evidenziare anche alcuni rilievi formulati in materia della Corte dei Conti: risulterebbe che, a seguito della continua sovrapposizione dei rimborsi, vi sia una sostanziale differenza tra le spese dei partiti realmente effettuate e dichiarate in bilancio ed i rimborsi percepiti. Nel senso che questi ultimi sono quasi il doppio delle spese realmente uscite a fini elettorali. A questo punto chiaramente la caratteristica del rimborso elettorale viene a cadere. Il contributo diventa un vero e proprio finanziamento.
E la volontà popolare espressa con il referendum viene completamente scavalcata.
Secondo un recente articolo i partiti italiani sono i più cari d’Europa. Ogni anno assorbono 200 milioni di fondi pubblici, più delle presidenziali Usa. Dopo un lungo preambolo, dati alla mano del 2006:
I partiti di Destra nelle ultime elezioni hanno speso complessivamente 73 milioni di Euro e il Totale del Rimborso è o sarà di 246 milioni di Euro.
I partiti di Sinistra nelle ultime elezioni hanno speso complessivamente 33,5 milioni di Euro e il Totale del Rimborso è o sara di 210 milioni di Euro.
Facendo un paio di conti abbiamo:
- tot spese partiti: 106,5 milioni di euro.
- tot rimborso partiti: 456 milioni di euro.
Le varie spese della campagna elettorale del 2008 non sono ancora pubbliche.
Risultato paradossale nel 2009 i partiti prenderanno il rimborso per la nuova legislatura appena iniziata e continueranno a incassare quello per la precedente. 100 milioni ogni anno.
Dopo aver letto notizie del genere credo che come è successo a me possano spuntarvi domande da ogni singolo capello che avete in testa, io proverò a esporne un paio?

1) Referendum : A che serve il referendum se pòi non è il nostro parere che conta?
2) Siamo sicuri che la nuova legge sui "rimborsi" sia costituzionale?
3) Secondo voi si potrebbero finanziare in maniera diversa le campagne elettorali, senza bisogno
di rimborsare i partiti?

Mikael

martedì 6 maggio 2008

DERIVATI...NEL DUBBIO NO GRAZIE!!!...

Incuriosito dalla trasmissione Report sui DERIVATI (strumento finanziario che deriva da un’ altra operazione e serve per gestire l’esposizione ai rischi di mercato, come per esempio la variazione dei tassi di interesse o dei tassi di cambio) mi informo se e come anche il nostro comune così come tanti altri comuni di tutta Italia si sia cimentato in questo tipo di operazione. Naturalmente sì, con delibera di giunta comunale si è proceduto all’ individuazione dell’ advisor del comune di Forlì per la consulenza e la gestione di eventuali operazioni di interest rate swap ( è uno strumento finanziario derivato con il quale due controparti si impegnano a scambiarsi denaro, per un periodo di tempo, in base a differenti tassi di interesse sullo stesso capitale di riferimento) nell’ istituto di Credito Dexia Crediop Spa.
Il comune di Forlì ha attualmente in essere 2 contratti di Interest rate swap
Con DEXIA CREDIOP Spa 44.472.000,00 euro durata 20 anni
Con UNICREDIT BANCA Spa 13.825.216,69 euro durata 9 anni

Dopo avere chiesto ed ottenuto informazioni a riguardo ho capito che comunque questo tipo di investimento è a rischio e potrebbe presentare delle reali perdite di denaro per le casse già misere del nostro comune.
Un esempio. Ho fatto formale richiesta 20 giorni fa al direttore di Area Finanze Patrimonio e Contratti per sapere quale è il valore Mark To Market (è il valore di mercato, che può variare ogni giorno, di uno strumento finanziario derivato a una determinata data.) dalla Centrale Rischi Banca d’ Italia.
In data 29-02-08 l’ operazione in essere con Dexia-Crediop presentava un valore di -891. 336 euro, alla data del 23-04-08 -266. 000 euro, oggi pomeriggio 06-05-08 mi telefona l’ impiegata dell’ ufficio Area Finanze comunicandomi che siamo a + 30. 000 euro.
Da parte dei funzionari era stato effettuato un solo controllo dei rischi da quando era stato posto in essere l’ investimento. Da più di un anno non si effettuavano più controlli di tale genere. Da quando sono andato a chiedere spiegazioni in un mese si sono effettuati più di 5 verifiche ed abbiamo appurato che c’è un rischio reale e ben fondato sul tipo di investimento fatto su uno dei due derivati in essere.

Allora mi chiedo

E’ GIUSTO INVESTIRE SOLDI PUBBLICI IN OPERAZIONI A RISCHIO ?
QUALI INDAGINI SONO STATE FATTE A MONTE DELL’ INVESTIMENTO?
QUALI GARANZIE ABBIAMO AVUTO SUL TIPO DI INVESTIMENTO E DA CHI?
ALLA FINE CHI PAGA?

Questa la so

NOI e sempre NOI cittadini all' oscuro di tutto.

Ho deciso di fare una interpellanza al Sindaco, insieme con un collega, per avere delle risposte precise alle domande. Vi farò sapere.

domenica 4 maggio 2008

LAVORI IN CORSO IN TRIBUNALE...


Passeggiando alcuni giorni fa in centro a Forlì, con mia figlia e con il cane, sono passato davanti al palazzo di giustizia.

C’è un cantiere aperto che sta svolgendo dei lavori di manutenzione e mi fermo un attimo a guardare nonostante le proteste di mia figlia e del cane che volevano proseguire. Non so neanche io cosa avesse attratto la mia attenzione ma guardando in generale lo svolgimento dei lavori vengo attratto da dei rumori di demolizione interna con conseguente polverone che ne accompagna l’ esecuzione.

Mi chiedo immediatamente se all’interno del palazzo i lavori degli avvocati, giudici… continuino oppure siano stati sospesi per palese disagio e mentre penso questo mi rendo conto che tutto procede “regolarmente” dal via vai di persone che salgono e scendono la scalinata principale del tribunale.

Vado a leggere chi esegue i lavori e leggo con meraviglia che la impresa appaltante è di Vicenza che a sua volta ha affidato i lavori ad una altra impresa di Milano per essere poi diretto da persone del comune di Forlì.

Mi piacerà verificare nei prossimi giorni se questi passaggi tra le varie imprese porta ad un aumento dei costi, se è possibile che l’ impresa edile che ha vinto la gara di appalto possa affidare il lavoro ad un’ altra ditta,che non ha partecipato alla gara e che non si sa quindi se abbia i requisiti previsti nella gara di appalto stessa.

Non ultimo poi mi piacerà sapere quale è la logica sottostante riguardo al fatto che in zona abbiamo aziende che sono state (SIGLA) e sono in difficoltà e si spendono invece risorse locali per imprese che vengono da altre regioni?

Mi chiedo inoltre: come mai si è deciso di aprire un cantiere in un tribunale dove lavorano stabilmente persone ed è aperto quotidianamente al pubblico, con massiccio afflusso di cittadini, tutti così esposti al rischio di inalare polveri irritanti all’apparato respiratorio? Se sia possibile che siano stati incaricati tanti soggetti (responsabile del procedimento, progettista, responsabile della sicurezza, direttore dei lavori e altri: un ingegnere, un architetto) che hanno sostanzialmente le stesse competenze, tutti dipendenti del comune o che hanno invece un trattamento libero professionale con lauti compensi, che poi ricadono sui cittadini? Se il progetto è stato redatto da un soggetto abilitato all’esercizio della professione? Se si è fatta una corretta verifica della serietà e affidabilità di chi è così autorizzato a introdursi in luoghi come il tribunale e la procura ove si trovano fascicoli ed archivi informatici delicatissimi, anche in orari non di lavoro e di sorveglianza (ad esempio, una ricognizione su tutti coloro che a vario titolo sono impiegati nei lavori, con acquisizione di certificati dei carichi pendenti).

Spero di avere tutte le risposte.

giovedì 1 maggio 2008

REDDITI ALLA LUCE DEL SOLE?... O NO...

Sarebbe bello poter chiedere a Visco perché dopo anni di silenzio stampa si sia data la possibilità di vedere su internet la denuncia dei redditi di tutti gli italiani.
Personalmente non avrei nessun problema a dichiarare il mio imponibile se fossi un politico, anzi lo proporrei come dovere. Essere un uomo “ pubblico” prevede anche questo, potrebbe poi essere un deterrente per verificare se con quello che guadagno posso permettermi un tenore di vita consono e se soprattutto l’ acquisto di immobili è in sintonia con quanto dichiarato al netto delle tasse oppure No.
Come libero professionista sono contrario, perché ritengo tale sistema una forma di pubblicità indiretta nei confronti di chi dichiara meno: nell’ immaginario collettivo potrebbe verificarsi questo pensiero, tizio guadagna tanto per cui è più bravo di Caio che guadagna di meno.
Se questo dovesse comunque ritornare un sistema per fare chiarezza ben venga. Io in comune non ho dato la autorizzazione a divulgare i miei dati.
Privacy. Quante volte si sente questa parola e quante volte si tira in ballo per i motivi di convenienza. Noi medici siamo subissati di fogli, moduli e documenti da firmare e fare firmare al paziente per il trattamento dei dati personali. Se un domani, partendo dalla divulgazione delle denuncie dei redditi si arrivasse a ridurre il sistema al quale si è arrivati, troppo esasperato, della privacy, sarei contento: lo sono molto meno quando leggo sul quotidiano R.P. con 838mila euro se la passa… Intanto la lettura delle cifre non deve essere accompagnata da nessun commento sarcastico.