giovedì 3 luglio 2008

IL TRANQUILLANTE MIGLIORE...LA FAMIGLIA...

Aumenta l’ansia e la depressione.
Aumenta la vendita dei farmaci ansiolitici.
Aumenta il numero dei ragazzi ansiosi e depressi.
Mi capita sempre più spesso di visitare in ambulatorio giovani tra i 18 e i 25 anni che sono in terapia per queste forme di patologia.
Il dato emerso ieri in commissione consiliare a Forlì è vero: purtroppo e non solo a Forlì, il numero dei medicinali ansiolitici venduti nelle farmacie comunali è in costante aumento.
Cosa sta succedendo?
Il confronto tra la mia generazione e quella di adesso mette in evidenza una cosa fondamentale:
Il ruolo della famiglia.
Oggi si parla di tutto e tutto è a disposizione dei giovani, pensiamo solo ad internet ed alla facilità che questo strumento ci dà per conoscere qualsiasi cosa e per arrivare ovunque.
Io certi argomenti non li potevo neanche accennare. Quando a scuola il prof mi scriveva una nota sul diario erano veri dolori: c’erano le forche Caudine di mio babbo che dava sempre ragione agli insegnanti. Non avevamo il modulo ma un solo insegnante elementare che ricalcava l’ insegnamento del genitore. Non avevamo le badanti ma i genitori o i parenti più vicini che ci accudivano. I problemi si affrontavano all’ interno delle mura domestiche e si risolvevano sempre con uno rimanere uniti per il bene della famiglia. C’ era più spirito di sacrificio, più tolleranza e più volontà per risolvere i problemi insieme. Oggi la tendenza è, purtroppo, quella di non sopportare più il disagio e le incomprensioni sfociano in continue separazioni coniugali. La conseguenza del lavoro di entrambe i genitori, porta ad avere meno tempo da dedicare ai figli con conseguente aumento di protezionismo nei confronti dei ragazzi. Ho scritto ancora che molto spesso i genitori sono più sponsor che educatori…tutto questo porta ad una maggiore insicurezza e fragilità dei ragazzi che alla prima difficoltà o delusione crollano psicologicamente in terribili crisi esistenziali da dovere poi ricorrere allo psicanalista con conseguente terapia.
L’ ansiolitico migliore si chiama famiglia.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La famiglia come ansiolitico può andare bene nel momento in cui la famiglia stessa è dotata di sani principi morali. La nostra generazione sta crescendo giovani con ideali quali il vestitino griffato, la bella macchina, la bella vita del dolce far niente piuttosto che il rispetto per la famiglia, il rispetto per l'autorità in tutte le sue forme, il rispetto per chi soffre, il rispetto per gli altri..... Come possiamo affidarci alla famiglia se si vedono genitori che accusano gli insegnanti di sostituirsi ai genitori in loro assenza quando in teoria è quello che dovrebbero fare? E' normale questo? E meglio non sarebbe insegnare ai giovani a guadagnarsi le cose piuttosto che ottenerle senza fatica? Io credo che il miglior ansiolitico sia una sana dose di sacrificio e francamente non solo per i giovani. Il male per eccellenza del nostro tempo non è rappresentato dalla depressione nè dal tanto utile stress: è il denaro. Si uccide per soldi. Come possiamo pretendere che i giovani abbiano ideali più nobili quando gli viene insegnato che ciò che conta è il denaro al di sopra di tutto? Il nostro Paese sta degenerando economicamente (e non solo) e mi spiace dirlo ma forse il modo migliore per ridare priorità alle cose importanti della vita è quello di trovarsi veramente tutti col sedere per terra. Forse trovarsi nella condizione di dover lottare per vivere ridimensionerebbe un po' le priorità. O forse no.

Anonimo ha detto...

Cara Morena, hai fatto centro al 100%.
Cosa aggiungere d'altro?
-Pazienza
-Rispetto
-Sapersi accontentare

Anonimo ha detto...

E se invece fosse che è proprio la famiglia la prima causa di stress dei suoi componenti, con conseguente abuso di ansiolitici?
Una famiglia dove si deve stare insieme per forza, "finchè morte non ci separi", anche se non ci si comprende e non ci si ama più, dove i sensi di colpa devastano le menti di genitori e figli...
Non dimentichiamo le statistiche che parlano chiaro: La stragrande maggioranza dei crimini, delle violenze, anche psicologiche, degli abusi, avviene tra le mura domenstiche, chissà perchè...
Sono i valori che accompagnano l'immagine della famiglia cattolica in una società alle soglie del terzo millennio che portano spesso agli squilibri.
Penso che sarebbe tutto più semplice se si ponesse al centro del mondo l'individuo anzichè l'immagine della famiglia del mulino bianco.
love e meno stress per tutti :-)
Vittorio

Luca Zambianchi ha detto...

PER TUTTI:
è vero che tante situazioni di incidenti accidentali e non, avvengono in famiglia, è vero che il denaro è forse il primo pensiero che tutti abbiamo in testa, però chi deve educare i nostri figli? Chi deve prendersi cura di loro fino a che loro stessi si sentano considerati e non usati?
La famiglia originale fino a quando dura e poi le famiglie nuove che non devono perdere ma integrare il frutto della prima unione.
I ragazzi, se abbandonati a loro stessi, perdono di vista quelli che sono i principi fondamentali della vita. Con chi si confrontano? Con i coetanei? Cosa manca veramente secondo me è la "morale". Si arriva a punte di cinismo e di egoismo troppo esasperate. Dove mettiamo il rispetto? Che cosa si tiene in considerazione? L' immagine, il nuovo cellulare, la canna...e non da pesca...eppure a fatica si diventa grandi, si cresce, ci si confronta con un mondo che non ci piace, che ci travolge che ci logora ma che ci trova taciti sostenitori inconsapevoli...che cominciamo a impasticcarsi di barbiturici e benzodiazepine...