sabato 22 marzo 2008

POSTO DI LAVORO?...SI' MA DOPO ANNI...SE VA BENE

E' saltato fuori il discorso sul precariato.Voglio analizzare una realtà che purtroppo si ripete costantemente in moltissimi ospedali e cliniche universitarie. Su questo argomento non riesco ad essere estremamente obbiettivo.Quanto dura normalmente il periodo di prova per un apprendista? Circa tre mesi? Sì.Sapete quanto può durare invece questo periodo per un medico neolaureato che decide di frequentare un reparto ospedaliero o una clinica universitaria? Anni.In questo periodo di attesa però il giovane dottore comincia a lavorare e ad aiutare i colleghi più anziani impegnandosi, compilando le cartelle cliniche, visitando i pazienti sotto la supervisione di qualche tutor, fino a quando comincia a "camminare con le proprie gambe", perchè completamente autosufficiente. Diventa a tutti gli effetti una "forza attiva" del reparto: tranne naturalmente il trattamento economico che rimane un optional. Avendo necessità di guadagnare, comincia a guardarsi intorno e prova a fare domande per entrare a fare parte, per esempio, della guardia medica. Se tutto va per il meglio riuscirà a percepire uno stipendio che comunque non gli consentirebbe di arrivare alla terza settimana del mese. Quindi troviamo il nostro amico dottore in reparto, gratis, durante il giorno e la sera o nei fine settimana a lavorare poco retribuito, sul territorio. Tutto questo alla veneranda età dei 30 anni (se ha anche la specializzazione) e per quanto tempo? fino a quando un concorso non pilotato,sarà in grado di farlo assumere a tempo indeterminato. I più fortunati che possono permettersi di andare all' estero, vivono una esperienza formativa veramente diversa dalla nostra realtà: sia per lo studio, sia per l' impostazione di lavoro: l' individuo non è legato ad un concorso ed agli umori di questo o quel politico o manager che sceglie tizio o caio, ma solo alle proprie capacità individuali. Come dovrebbe essere.Non meravigliamoci se tanti ricercatori Italiani non tornano in Italia facendo la fortuna di quei paesi che li ospitano, meravigliamoci che noi non siamo in grado di offrire le stesse condizioni di lavoro e di sostentamento a quei giovani che avevano intapreso gli studi con altro spirito ed ideali. Non meravigliamoci se ci troviamo di fronte a dei medici che non hanno fiducia nelle istituzioni e nella classe dirigente. Noi medici abbiamo solo il torto di non essere uniti, guardiamo solo ai nostri interessi come singoli e non come categoria ed è questo che ci fa perdere valore e forza per ottenere quello che ci dovrebbe essere dato senza nessuno sforzo.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Luca, hai fatto, come al solito, centro!!
Cosa dire di più? Hai già detto tutto!!Te lo dice un precario da circa 8 anni e con 2 figli al seguito (più moglie). Dove ho sbagliato? A sposarmi e fare 2 figli, o scegliere medicina? Il problema è che se tornassi indietro rifarei sia i 2 figli che anche medicina!?!
Premesso che è meglio essere precari che disoccupati, ma la verità è che siamo abbandonati a noi stessi (anche dai nostri colleghi più anziani!?!), senza neanche un sindacato che ci possa proteggere (come giustamente ha già sottolineato Mikael)!?! La dirigenza che dice? Finte promesse! Le istituzioni? Sento solo parole. Intanto noi con il nostro lavoro creiamo guadagno a basso costo. ...e questa è l'unica cosa che interessa.
Non posso dimenticare il fatto che in tutti questi anni abbia fatto un esperienza lavorativa più unica che rara. L'esperienza clinica per non parlare di quella chirurgica, per un medico è tutto, non ha prezzo!! Ma alla fine del mese ci devi pur arrivare! Lo stipendio è lo stesso, il costo della vita aumenta, le proprie esigenze cambiano e gli stimoli diminuiscono! Più di una volta ho pensato di andare all'estero; ma è come se volessi scappare.
Le nuove generazioni(noi ed i nostri figli), in che cosa dobbiamo credere? A me padre che non posso dargli gli strumenti, o alle istituzioni che giocano con noi? Alla fine sarò io padre a decidere di mandarli all'estero....
Ma che tristezza!!!

Anonimo ha detto...

Caro Asterix, grazie x averci dato un così chiaro esempio di come la società italiana sia in piena decadenza. Come è possibile sia possibile il tuo caso e quello di migliaia come te! I nostri governanti si dovrebbero vergognare di come ci stanno facendo cadere in basso! un tempo persone come te erano risorse vitali per la società ora lo strumento per autosostenere un sistema iniquo ed avido.

Anonimo ha detto...

Asterix hai tutta la mia stima ed il mio sostegno. A casa i baroni della medicina che vivono alla spalle dei loro assistenti precari e senza diritti!

Anonimo ha detto...

Credo che la testimonianza di Asterix debba far riflettere in molti. La prossima settimana ci riuniamo per discutere sulle prospettive della nostra Città, ci piacerebbe che partecipassi anche tu Asterix e portassi la tua esperienza lavorativa.

Anonimo ha detto...

Povero asino, verrei volentieri a portare la mia esperienza, che poi è quella di tanti giovani come noi che hanno solo la pretesa di fare quello che più gli piace, con onestà e devozione, senza infrangere l'etica il rispetto e le regole del lavoro onesto.
Ma non sono di Forlì.
Luca, tu conosci bene questo problema e come la politica lo affronta.
Cosa ci consigli di fare?

Anonimo ha detto...

Bravo Asterix, il tuo caso è esemplare.

Luca Zambianchi ha detto...

PER ASTERIX:vedi Asterix, la politica affronta il problema come sempre ma non lo risolve. Quando senti parlare alla televisione i vari mimistri sui problemi che riguardano il nostro lavoro ti rendi conto della pochezza che ci governa.Vuoi qualche esempio? Ho una consulenza presso un ospedale Romano dove fino all' anno scorso andavo tutti i venerdì a svolgere attività chirurgica vitreo-retinica, da quest' anno vado a settimane alterne. Il costo della mia attività di due giorni al mese garantirebbe l' assunzione di un medico specialista in oculistica che presterebbe l' attività tutti i giorni del mese (tra l' altro). La cosa che  mi sarei aspettato? Che mi venisse subito affiancato  un giovane collega che piano piano aiutandomi ad operare diventasse autosufficiente e quindi fosse stato capace di sostituirmi in due o tre anni al massimo. Niente di tutto questo. Quanto spende l'ospedale per le consulenze? Da chi vengono seguiti i pazienti in reparto? Solo dagli strutturati? NON SOLO, anche dai precari come te che non guadagnano niente: quindi da una parte  l'ospedale spende per gli esterni come me e dall' altra risparmi sugli interni come te. Tutto questo succede perchè la mano destra non sa che cosa fa la sinistra. Prova a pensare se l'università fosse in grado di indirizzare ogni specialista in questo o quel reparto  creando quel mirabile sistema di connessioni che oggi manca spprattutto per l' invidia tra gli ospedalieri e gli universitari. Pensa a come sarebbe efficente il sistema per il quale finita la specialità si andasse subito in reparto: pensa che bello usufruire di una programmazione seria organizzata dai professori che ci hanno formato. In questo modo verresti così anche gratificato per i numerosi anni trasorsi sui libri ed in reparto .Invece ti scontri con il prof. tizio e con il prof. caio che sono tra loro in lotta e se non stai attento ci rimetti pure tu, che non sei neanche pagato. Adesso c è un altro aspetto non meno importante e difficile: fare diventare dei manager i medici. Ma ci vedi? Dobbiamo essere capaci di produrre. Dobbiamo entrare a fare parte dell' azienda come coloro che programmano il percorso del malato rendendolo visibile. Dobbiamo incrementare l' attività chirurgica. Ma come si fa a produrre più malati? te lo sei mai chiesto? Io lo immagino ma non sono capace!!

Anonimo ha detto...

E' un'amara realtà delle cose Luca: la mano destra non sa che cosa fa la sinistra! Complimenti x il coraggio che hai a denunciare queste cose!

Anonimo ha detto...

Per Luca:
Grazie per la tua triste testimonianza!
Il saggio è colui che impara dagli errori degli altri.
Il fatto è che quando si pensa SOLO al proprio "orticello", non ci si deve meravigliare di questi risultati; se poi non impari neanche dai tuoi errori.....?
Il caso che hai appena descritto dimostra quanto le direzioni sanitarie non sappiano gestire la loro azienda, e quanto i primari non sappiano gestire il loro reparto.
Basterebbe solo del buon senso!..ed il famoso Volere e Potere! Come al solito!
Manca una vera e propria programmazione ed un sano dialogo tra chi dirige l'azienda e chi la deve far andare avanti, per un interesse comune e del paziente stesso.
L'ospedale investendo su di te, ora si ritroverebbe una forza attiva a tutti gli effetti a costo zero tutti i giorni! E' tutto così illogico!!
Intanto il tempo passa.....
L'unica cosa certa è che devo investire solo ed esclusivamente su me stesso e basta!....vercando di evitare gli errori degli altri...
La legge che vige è tutti utili, nessuno indispensabile.
Si, ora vogliono i medici travestiti da politici e i politici travestiti da medici! Ecco il punto.!!
Se uno facesse il proprio lavoro e basta.....? Troppo semplice?
Chi ci guadagna? Chi ci rimette? Alla fine la storia è sempre quella...la pochezza che ci governa sta sempre lì e non ti molla mai!
Averti come maestro è un onore!